mercoledì 3 aprile 2013

Un cappello pieno di stelle


Un Cappello Pieno di Stelle, di Terry Pratchett.

Dopo essermi innamorata della serie con L'Intrepida Tiffany e i Piccoli Uomini Liberi non ho potuto fare a meno di lanciarmi sul secondo volume: a quanto pare Sir Terry Pratchett scrive young adult che mi piacciono (anche se credo che il solo motivo per cui questi libri rientrano nel genere è che la protagonista è una ragazzina). Quindi eccomi qua, con la seconda avventura dell'apprendista strega Tiffany Aching, pronta ad iniziare la sua istruzione...

Una vera strega sa cavalcare una scopa, lanciare incantesimi, preparare potenti pozioni dal nulla. Tiffany, undici anni, no. Una vera strega non esce mai dal proprio corpo lasciandolo vuoto, per controllare come le sta il cappello. Tiffany, sì. E c'è qualcosa in agguato, pronto a impossessarsi di quel corpo. Qualcosa di terribile e antico, immortale. Se vuole salvarsi, Tiffany dovrà diventare una strega sul serio, con l'aiuto di Madame Weatherwax e della strampalata tutrice Miss Level. Ci saranno anche i Nac Mac Feegle, un branco di spiritelli turbolenti e puzzolenti, cacciati dal Paese delle Fate perché già in stato di ebbrezza alle due del pomeriggio. Combatterebbero per qualsiasi cosa. Figuriamoci se non lo faranno per Tiffany...

Come fa un uomo in là con gli anni a catturare così perfettamente cosa vuol dire essere una ragazzina fuori da casa per la prima volta? Come fa a rendere così bene la paura e il senso di inadeguatezza davanti ai cambiamenti? Non ne ho assolutamente idea, ma Terry Pratchett può.

In questo libro Tiffany inizia il suo apprendistato ed è costretta a lasciare il Gesso, il luogo dove è nata e cresciuta, che è nel suo sangue e nelle sue ossa. Deve lasciare la sua famiglia e i Nac Mac Feegle, per ritrovarsi in casa di una stravagante estranea che di certo non sembra una strega come Madame Weatherwax. Affronta un apprendistato incomprensibile, perchè la differenza tra essere una strega e fare la strega è sottile ma decisiva, ed è frustrata. Si sente inadeguata perchè vede solo quello in cui non riesce, ha paura di essere diversa dalle altre ragazzine apprendiste.
Insomma, un mondo fantastico, una situazione irreale in cui però è facilissimo riconoscersi perchè il punto centrale del libro è la conoscenza e l'accettazione di sé stessi: Tiffany deve imparare a rimanere sé stessa mentre è lontana da tutto quella che la definisce, e soprattutto deve accettare anche i suoi lati negativi, quella parte meschina che desidera cose cattive.
Perchè non sempre quello che desideriamo è la cosa migliore per noi.

Lo Sciame è un ottimo avversario, ma sono di parte perchè mi piace quando i due avversari sono opposti: le streghe hanno nel proprio centro uno dei maggiori punti di forza, mentre questa creatura non ha un'identità, solo esperienza.
Ho trovato geniale che lo Sciame, quando possiede qualcosa, sia davvero convinto di essere quella cosa, e mi ha ricordato tantissimo lui.

A sorpresa i Nac Mac Feegle hanno avuto una parte rilevante: credevo che ci sarebbero stati molto meno, visto che Tiffany si trasferisce. Invece non solo ci sono, ma si scoprono anche un sacco di cose sulla loro cultura... e la nuova Kelda è fantastica.

Bello, bello, bello.

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